Questo articolo é un pó diverso dal solito e devo ringraziare Simona per la sua disponibilità.
Mi piace l’idea di raccontare le vostre storie, o farle raccontare a voi.

Chiaramente le modalità possono essere varie, questa volta abbiamo optato per una sorta di intervista.

Prima di tutto lascio l´introduzione a Simona:

Ciao lettori di Going Expat!

Sono Simona, una venticinquenne siciliana un pó chiacchierona.

Non amo definirmi in una sola categoria, perché ho molte passioni che cerco di coltivare contemporaneamente (non sempre con sucesso!) e non ho ancora le idee chiare sul mio futuro lavorativo.
E quindi, cosa faccio nella vita? Mi divido tra lo studio delle lingue straniere, la formazione personale online, la creazione di contenuti sui social e la traduzione volontaria di storie per bambini.
Nel mio tempo libero, amo viaggiare e fotografare ogni singola cosa su cui si posano i miei occhi.

Passiamo al fulcro del nostro articolo con le domande, ma soprattutto, le risposte che ci faranno viaggiare un pó tra Spagna e Portogallo.

Pronti?! Via!

1- Quando hai fatto l’Erasmus in Spagna e come hai scelto la meta dove andare tra le alternative che ti proponeva l’università?

Sono stata in Erasmus da Settembre 2017 a fine Gennaio 2018. In realtà non ho scelto io la meta, mi è capitata. Le mie prime scelte erano città del sud, che già avevo visitato: Siviglia e Granada, poi Malaga e Valencia.
La Coruña era la mia quinta e ultima scelta, messa per caso dopo un rapido sguardo su Google
Immagini.

2- Pensi sia stata un’esperienza formativa? E se sì, in che senso?

Assolutamente sì! L’Erasmus ti forma non solo a livello didattico, ma anche sul piano umano.

Impari a relazionarti con un sistema universitario completamente diverso, dalla segreteria e dai professori.

Impari ad aprirti con i tuoi coetanei ma di diversa nazionalità e cultura, impari ad essere più organizzato e ad uscire dalla tua comfort zone.

3- Cosa hai imparato della cultura spagnola che non conoscevi? E cosa ti piace e non, della stessa?

Essendo una studentessa di spagnolo da più di 10 anni, non sono rimasta particolarmente scioccata dalla loro cultura. Come primo impatto mi hanno destabilizzato gli orari, sia di lavoro (9:30-14:00/16:30-20:30) sia della movida, che inizia all’una di notte e finisce alle sette del mattino. Ma alla fine, basta solo abituarsi.
Se devo trovare un lato negativo, è il carattere dei Galiziani: freddo e distaccato, stanno molto
sulle loro. Tanto è vero che ho poche amicizie locali, ho legato di più con italiani e sudamericani.

4- Hai avuto modo di conoscere gente da più parti del mondo e aprire la mente togliendo qualche pregiudizio che forse avevi?

Assolutamente sì! Ho conosciuto gente da tutto il mondo: Argentina, Messico, Turchia, Polonia, Grecia, Germania, Norvegia. Un vero e proprio melting pot.
Devo dire che non sono partita con pregiudizi miei, anzi, forse me ne hanno inculcato più gli altri parlando di questa esperienza, come se l’Erasmus in Spagna fosse solo Sangria e movida. L’uso eccessivo di alcolici da parte degli spagnoli, è infatti uno dei luoghi comuni più conosciuti.
Dalla mia esperienza posso dire che, sì, é vero che alcuni aspetti della socialitá spagnola sono legati al bere alcolici, ad esempio l’usanza del botellón, ma tutto lí. Inoltre il fatto che si pensi che si studi meno che in Italia è decisamente falso. Dipende da te e dall’impegno che vuoi metterci.

5- Partire per l’Erasmus può dare il via ad una vita fatta di viaggi, tu ti sei recata in Portogallo poco dopo, giusto? Mettendo a confronto i 2 Paesi, quali sono le caratteristiche che li rendono molto diversi l’uno dall’altra sebbene siano attaccati?

Sì, sono partita a fine Gennaio, subito dopo la fine del mio Erasmus. Non avevo ancora voglia di lasciare la Penisola Iberica e quel mondo fatto di multiculturalità, socialità e divertimento. Ho notato differenze nello stile architettonico (il Portogallo ha uno stile antico e super colorato, mentre quello della Galizia si avvicina molto allo stile dell’Inghilterra del sud, infatti mi ha ricordato molto Brighton. Palazzi bianchi con tante finestre che riflettono la luce) e nelle persone, ancora meno aperte. Inoltre, in pochi sanno parlare inglese e spagnolo, e se lo sanno è ad un livello base (a meno che non abbiano studiato lingue per anni).

6- Cosa hai visitato e quanto ti sei fermata in Portogallo?

Mi sono fermata a Porto 5 giorni: non bastano per visitare tutto, ma per vedere abbastanza nel centro storico assolutamente sì!

Ho visitato la Torre dei Chierici e la Chiesa omonima, la Stazione di São Bento, il Mercado do Bolhao, la Cattedrale e la sala del tesoro, Il palazzo della Borsa, i Giardini del Palazzo di Cristallo, la Chiesa del Carmelo, il lungofiume (pittoresco!), il Ponte Luis I, il Jardim do Morro (consiglio di ammirare il tramonto da qui), la Chiesa di San Francesco e ho anche fatto un tour guidato sul fiume Duero, ho anche visitato la Livraria Lello.

Anche se non si trova in Portogallo, ma a La Coruña, un altro luogo davvero stupendo è la vista dalla Torre de Hercules, a strapiombo sull’oceano
Sono davvero soddisfatta di questo itinerario!

7 – Ti piacerebbe vivere (anche per un altro breve periodo) in uno dei 2 Paesi che abbiamo citato oggi? Perché si o perché no?

Assolutamente sì! Non sapendo scegliere, ti dico che vorrei vivere in entrambi i Paesi, magari alternando per tot mesi. Il Portogallo mi ha trasmesso una felicità e armonia che non sapevo di voler trovare, il tempo scorre lento e riesci ad apprezzare le piccole cose quotidiane, come una passeggiata o il tramonto vista fiume.
La Galizia è diventata una seconda casa giá in un mese: mi ha accolta, protetta, aperta alla vita e a nuove esperienze. L’aspetto negativo che riesco a trovare all´idea di muovermi in uno dei due Paesi è quello di essere lontana dalla mia famiglia, che amo immensamente.

8- Il posto più bello che hai visitato in Spagna e quello in Portogallo!

Ahia, questa è tosta!
In Spagna purtroppo non ho girato tanto quanto avrei voluto, anche per via degli impegni universitari.
Il posto più bello è stato sicuramente Finisterre (letteralmente la fine del mondo) e tutta la Costa della Morte, con i suoi paesaggi wild. Finisterre è una tappa extra del Cammino di Santiago, infatti chi arriva fino a qui cammina per altri 80 km. La mia sensazione stando seduta sugli scogli, è stata quella di essere un tutt’uno con la natura, il mondo e l’universo.
In Portogallo il luogo più bello è stato il Jardim do Morro, sia per la bellezza che per le sensazioni vissute quando ero lì, sdraiata sull’erba e godermi il tramonto e la vita che scorreva intorno.

9- Cosa vorresti dire a chi si avvicina al mondo Erasmus e non lo ha ancora fatto?

Vorrei dire di lasciarsi indietro pregiudizi, paure e ansie. Di buttarsi! Anche se non andrà bene, sarà comunque un’esperienza che vi formerà. Viaggiate, parlate in una lingua diversa, imparate quella del luogo, uscite dalla vostra comfort zone… Insomma, vivetela al 100%!
Inoltre, ci tengo a dire che se per molti è un periodo positivo, per altri è tutto il contrario. Se non vi trovate bene, se siete partiti ma avete capito che non fa per voi, non abbiate paura di tornare a casa, nessuno vi obbliga a stare lì.

Non sentitevi in colpa, può capitare che le aspettative si rivelino una delusione.

Grazie mille Simona per aver condiviso con me e Going Expat la tu esperienza e grazie per questi ultimi e preziosissimi consigli.

Se avete bisogno di qualce info in piú sul programma Erasmus o su come andare all´estero per studio, leggete il mio articolo sulle Alternative per studire all´estero

Ciao a tutti

Simona e Rossella